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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020

Le vie dell'alfabeto

  La lotta contro l'ignoranza  Dopo l'Unità d'Italia fu necessario creare una cittadinanza comune e per fare ciò l'istruzione rappresentò un fattore essenziale accanto all'esercito , poiché offriva ai giovani italiani la possibilità di entrare in contatto con coetanei di regioni diverse.  Dagli anni Trenta dell'Ottocento agli inizi del Novecento l'Italia compì un passo decisivo verso l' alfabetismo , avvicinandosi allo sviluppo raggiunto nel resto d'Europa. Nel 1861 tramite il primo censimento nazionale riguardo il fenomeno dell'analfabetismo era emerso che neanche un quarto della popolazione italiana era alfabeta. Nel 1901 solo il 50% rappresentava gli italiani analfabeti; grazie all'istruzione si riuscirono a migliorare questi dati. Saper leggere, scriver e contare iniziarono ad essere considerate abilità per tutti. Esse furono sempre più strettamente associate all'evoluzione sociale, economica, civile, ragione per cui vennero introdot

La pedagogia povera

Durante il XIX secolo si è sviluppato un' interesse per l'infanzia , quindi per il bambino e per la sua educazione e le motivazioni di tale sentimento sono diverse: grazie a Jean-Jacques Rousseau, Johann Heinrich Pestalozzi e Johann Paul Friedrich Richter si affermano delle idee tipiche del romanticismo, che vedono il bambino come simbolo di innocenza e purezza. Un altro fattore di rilievo consiste nell'interesse nella medicina, che porta alla formazione di nuove pratiche educative.   Inoltre dal 1815 ci fu un aumento di popolazione, che portò ad un aumento anche della popolazione infantile. Ciò costituisce un fattore importante per il recente interesse per l'infanzia e portò all'incremento di fenomeni come:  accattonaggio : chiedere l'elemosina; vagabondaggio infantili: abbandono dei figli ed estrema povertà delle famiglie.  In questo periodo si sviluppò il fenomeno del lavoro femminile extracasalingo, che costringeva i figli ad essere accuditi dal fratello mag

Come formare gli italiani nell'Italia unita

 La cultura liberale e democratica Dopo l' Unita d'Italia , avvenuta a metà Ottocento circa, la popolazione dovette affrontare numerose difficoltà . In questo periodo era presente una diffusa ignoranza , la quale ai tempi della vita contadina sembrava non avesse importanza, ma con lo sviluppo delle scuole si sottolineò la necessità di ricevere una buona istruzione. Il ceto dirigente liberale temeva, però, che la diffusione delle scuole potesse sconvolgere gli equilibri sociali. Massimo d'Azeglio disse: "Fatta l'Italia occorreva fare gli italiani"; infatti essere italiani significava essere chi già si sentiva parte attiva della comunità nazionale ed era chiamato ad un preciso dovere civico verso il popolo per trasmettergli i nuovi valori della società borghese e liberale.  Vincenzo Cuoco fu il primo a sottolineare il rapporto tra il problema nazionale e la diffusione della scuola. Egli nacque a Civitacampomarano nel 1770 e studiò giurisprudenza a Napoli. Ne