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La pedagogia povera

Durante il XIX secolo si è sviluppato un'interesse per l'infanzia, quindi per il bambino e per la sua educazione e le motivazioni di tale sentimento sono diverse: grazie a Jean-Jacques Rousseau, Johann Heinrich Pestalozzi e Johann Paul Friedrich Richter si affermano delle idee tipiche del romanticismo, che vedono il bambino come simbolo di innocenza e purezza. Un altro fattore di rilievo consiste nell'interesse nella medicina, che porta alla formazione di nuove pratiche educative.  Inoltre dal 1815 ci fu un aumento di popolazione, che portò ad un aumento anche della popolazione infantile. Ciò costituisce un fattore importante per il recente interesse per l'infanzia e portò all'incremento di fenomeni come: 

  • accattonaggio: chiedere l'elemosina;
  • vagabondaggio infantili: abbandono dei figli ed estrema povertà delle famiglie. 
In questo periodo si sviluppò il fenomeno del lavoro femminile extracasalingo, che costringeva i figli ad essere accuditi dal fratello maggiore, o da una qualche donna anziana o venivano abbandonati a loro stessi.  Inoltre iniziarono a lavorare nelle fabbriche anche i bambini; ciò portò diversi rischi: 
  • sfruttamento economico;
  • ambienti di lavoro inquinati e divennero causa di malattie;
  • promiscuità con i lavoratori adulti.
Successivamente al 1815 nacquero in varie parti d'Europa molte iniziative educative e assistenziali in favore dei bambini e dei ragazzi: l'infanzia era vista come età da proteggere mediante la moltiplicazione delle scuole infantili. Altre iniziative di quel tempo si occuparono della "gioventù povera e abbandonata", costituita da ragazzi non scolarizzati, oppure in età successiva alla scolarizzazione elementare, ma analfabeti e senza lavoro e famiglia.

Ferrante Aporti e l'educazione infantile

Le prime iniziative scolastiche vennero avviate in Inghilterra e Francia. Nel 1816 Robert Owen aprì una classe per i più piccoli nella sua manifattura modello di New Lanark, in Scozia. Poco dopo, su esempio della classe di Owen vennero aperti a Londra i "Westminister free day infant asylum" . Tali scuole disponevano di un cortile per giochi ed esercizi fisici, veniva insegnato l'alfabeto in forma di gioco ai bambini più piccoli e per quelli più grandi venivano svolte lezioni di scrittura e calcolo.  Samuel Wilderspin si occupò di raccogliere il programma di queste scuole in un manuale, pubblicato nel 1823. 
In questo stesso periodo si svilupparono a Parigi le iniziative di Madame de Pastoret, del barone Joseph-Marie de Gérando, di Madame Emilie Mallet e di Jean-Marie Denys Cochin, che scrisse uno dei primi testi organici di pedagogia infantile che prese il titolo di "Manuel des salles d'asile"
Nel 1826 vennero fondate in Svizzera le prime "Ecoles des petits enfants". In questo periodo quindi in tutta Europa si sviluppò un forte interesse per l'infanzia. 
In Italia sorsero alcune iniziative a favore dell'infanzia povera. 
Il principale esponente italiano della pedagogia infantile fu l'abate Ferrante Aporti. Egli è nato a San Marino dall'Argine nel 1791 e frequentò un celebre collegio a Vienna, dove seguì anche lezioni di pedagogia e venne quindi a conoscenza del manuale di Wilderspin. In Italia venne nominato direttore della locale scuola elementare maschile. Nel 1828 Aporti aprì una scuola infantile per bambini e bambine dai due anni e mezzo ai sei e divenne ben presto nota in tutta Italia e fonte di ispirazione.  Egli scrisse "Manuale di educazione e ammaestramento per le scuole infantili", nel quale elaborò una vera e propria pedagogia dell'infanzia. Il nome di Aporti fu assunto come modello del rinnovamento pedagogico e scolastico. Nel 1849 assunse a Torino un importante incarico al ministero della Pubblica Istruzione. Ferrante Aporti morì nel 1858. 
Secondo Aporti molte difficoltà che si incontrano nelle classi elementari sono dovute alla mancanza di un'adeguata preparazione prescolastica o dalle cattive abitudini acquisite in famiglia, o nelle "sale di custodia", ovvero costretti a sedersi su delle sedie, con altri bambini, mentre le madri lavoravano. Dal manuale di Wilderspin gli venne suggerita l'idea di creare un'anticipazione della scuola elementare per i bambini dai due anni e mezzo ai sei. 
Il programma ti tali scuole forniva una buona assistenza materiale e mirava allo sviluppo intellettuale, morale e fisico. 
Vi sono delle caratteristiche in comune tra il manuale di Wilderspin e le scuole aportiane:
  • l'importanza attribuita all'insegnamento religioso posto alla base dell'educazione morale;
  • la valorizzazione del "forte spirito imitativo" dei bambini, di conseguenza era necessario mostrare loro buoni modelli;
  • i contenuti dell'apprendimento: alfabeto, lettura, scrittura, calcoli aritmetici fino alle frazioni);
  • l'importanza dell'esercizio fisico e del gioco.
Vi sono tuttavia anche delle differenze tra i due:
  • Aporti riponeva più importanza al giusto impiego della lingua, alla pulizia e alla cura del corpo e degli abiti e all'alimentazione sana. 
  • Punizioni: venivano concesse da Wilderspin ed escluse da Aporti.
La proposta di un'apposita istituzione educativa per l'infanzia fu a quei tempi estremamente innovativa, ragione per cui ebbe parecchio successo in tutta Europa. L'Aportismo iniziò a declinare verso l'ultima parte del secolo, quando giunse in Italia l'idea del tedesco Friedrich Fröbel, che era più attenta alle esigenze psicologiche dei bambini ed era in linea con lo sviluppo della scuola elementare. 

Friedrich Fröbel e i Giardini d'infanzia

Il pensiero di Fröbel riguardo l'infanzia è di carattere maggiormente moderno rispetto al pensiero di Aporti. Egli pensava che fosse necessario riconoscere al bambino il diritto di giocare e di apprendere attraverso il gioco in un luogo di libera espressione e di crescita non ancora condizionata dalle regole della vita adulta; questo luogo prende il nome di "Giardino dell'infanzia".
Friedrich Fröbel è nato nella Turingia nel 1782 ed è cresciuto a stretto contatto con la natura. Le esperienze infantili e giovanili influenzarono parecchio la sua visione del mondo e la sua idea di educazione. Secondo questa visione la natura era guidata da un'anima , quindi da una forma di intelligenza immanente che regola la forma e l'evoluzione delle cose. 
Fröbel trascorse un periodo come assistente di Pestalozzi e successivamente, nel 1817 aprì la sua prima scuola a Keilhau. Egli pubblicò il saggio "L'educazione dell'uomo" e nel 1840 a Bad Blankenburg fondò il "Kindergarten". Fröbel scrisse anche altri testi, come "Progetto d'un piano per fondare e realizzare un giardino d'infanzia", nel quale esaltò la figura educativa della donna e l'amore per i bambini e tramite questo testo è possibile comprendere meglio le novità del Kindergarten. 
Secondo il pedagogista tedesco lo scopo dell'educazione era la conoscenza della natura. L'educazione, afferma 
Fröbel, dovrebbe, da un lato, configurarsi come sostegno all'autorealizzazione personale e, dall'altro, sperimentare il senso divino nella realtà della natura. Lo studioso rifuta la teoria della tabula rasa, sostenuta da Locke e da altri sensisti illuministi, sostiene invece che i bambini crescono come giovani piante e piccoli animali a cui diamo tempo e spazio. Secondo Friedrich Fröbel il gioco è molto importante e la ritiene un'attività che permetteva al bambino di crescere secondo i suoi ritmi e di cogliere in maniera intuitiva l'essenza della realtà. Il gioco è considerato il baricentro dell'educazione infantile, uno strumento per favorire l'espressione in maniera creativa in stretto rapporto con il linguaggio. Il pedagogista sviluppò su questa base l'idea di doni, ovvero giocattoli dotati del potere simbolico di far nutrire al bambino le leggi che regolano il mondo. 
Vi sono diversi tipi di doni:
  • La palla elastica: venivano associate ad essa diverse attività pratiche intervallate dalla recita di brevi poesie e da canti. Padroneggiando la palla il bambino familiarizzava con le proprietà fondamentali dei corpi (forma, peso, grandezza, colore...);
  • La sfera, il cubo di legno e il cilindro di legno: con tali oggetti si poteva dimostrare al bambino la possibile armonia che governa anche ciò che sembra contrario; l'instabilità della sfera e la stabilità del cubo si fondono nel cilindro;
  • Un cubo diviso in otto piccoli cubi;
  • Un cubo distribuito in tavolette di spessore e  lunghezza differente;
Oltre ai doni e alle poesie il pedagogista prevedeva altre attività educative definite "occupazioni", come l'utilizzo della creta, il cucito, gli intrecci di carta.
Il progetto educativo di Fröbel venne considerato troppo innovativo, solo anni dopo il "Kindergarten" ottenne il successo meritato e si sviluppò non solo in Germania ma in tutta Europa e negli Stati Uniti. Accadde tutto ciò grazie ad una sostenitrice delle idee di Fröbel, Bertha con Marenholtz-Bülow. 

Le iniziative per i "giovani poveri e abbandonati"

Sempre durante il XIX secolo molte attenzioni vennero riservate ai ragazzi soli e abbandonati. In molti cercarono di avviare iniziative nella speranza di aiutare questi ragazzi. 
In campo religioso i protagonisti di tale iniziativa sono: Giovanni Bosco, Leonardo Murialdo, Lodovico Pavoni, Luca Passi, Pietro Leonardi, Maddalena di Canosa, Nicola Mazza, i fratelli Antonangelo, Marcantonio Cavanis e Luigi Aiello. Anche le chiese protestanti diedero vita a scuole, asili e orfanotrofi. 
In campo laico vennero avviate le iniziative dei gruppi mazziniani e della massoneria. In questo ambito fu molto importante la presenza della filantropia ebraica. I punti di vista delle varie iniziative erano ovviamente differenti: l'obiettivo del mondo cattolico era la salvezza delle anime, gli esponenti delle esperienze laiche puntavano alla valorizzazione delle potenzialità dell'individuo. Nonostante le differenze di punti di vista, tutte le iniziative rispondevano alle esigenze dei ragazzi: assistenza ,materiale, ospitalità, istruzione e avviamento al lavoro. 

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