La cultura liberale e democratica
Dopo l'Unita d'Italia, avvenuta a metà Ottocento circa, la popolazione dovette affrontare numerose difficoltà. In questo periodo era presente una diffusa ignoranza, la quale ai tempi della vita contadina sembrava non avesse importanza, ma con lo sviluppo delle scuole si sottolineò la necessità di ricevere una buona istruzione. Il ceto dirigente liberale temeva, però, che la diffusione delle scuole potesse sconvolgere gli equilibri sociali. Massimo d'Azeglio disse: "Fatta l'Italia occorreva fare gli italiani"; infatti essere italiani significava essere chi già si sentiva parte attiva della comunità nazionale ed era chiamato ad un preciso dovere civico verso il popolo per trasmettergli i nuovi valori della società borghese e liberale.
Vincenzo Cuoco fu il primo a sottolineare il rapporto tra il problema nazionale e la diffusione della scuola. Egli nacque a Civitacampomarano nel 1770 e studiò giurisprudenza a Napoli. Nel 1799 simpatizzò con la rivoluzione antiborbonica e filogiacobina di Napoli; si trasferì successivamente a Milano, dove diresse il periodico "Giornale italiano", nel quale trattò il tema dell'educazione, intesa come futura evoluzione politica e sociale auspicata dai liberali. Tornò quindi a Napoli e collaborò a un progetto per un sistema di istruzione pubblica generale per il Regno di Napoli, che non venne messo in pratica.
Secondo Cuoco era necessario creare un sistema educativo aperto anche al popolo mediante una scuola aperta a tutti i ceti. Egli suggeriva una doppia organizzazione scolastica, con il medesimo fine, ovvero la condivisione dei sentimenti comuni alla nazione e l'inserimento attivo nella vita sociale. La doppia organizzazione era riferita al fatto che la mente di chi abita in campagna è diversa da quella di chi abita in città. Cuoco riuscì ad associare l'idea nazionale e quella educativa, inoltre realizzò soluzioni concrete e coerenti con l'esigenza del suo tempo. Egli venne spesso accusato di "conservatorismo", poichè venne osservato il fatto che egli trattenesse il popolo in una posizione subalterna, ostacolandolo agli elementi del sapere.
Giuseppe Mazzini riprese alcuni aspetti del progetto di Cuoco, infatti riteneva il problema del rinnovamento politico dell'Italia una questione etica ed educativa. Egli nacque a Genova nel 1805, nel 1831 fondò la Giovine Italia e in seguito la Giovine Europa. Il suo intento era quello di creare una generazione di giovani patrioti promotori di nuovi sentimenti mediante l'azione educativa. Nel 1837 egli si trasferì in Inghilterra dove agì su diversi piani:
- Piano politico (sensibilizzazione sui problemi italiani)
- Piano sociale (fondò Unione degli operai italiani)
- Piano educativo (apertura di una scuola gratuita per fanciulli e adulti analfabeti)
Nel 1828 diede vita a Domodossola all'Istituto della carità, ovvero un ordine religioso dedito all'educazione e successivamente promosse la costituzione di una congregazione femminile. Egli pubblicò diversi volumi nei quali raccolse la propria concezione filosofica e teologica.
- "Dell'educazione cristiana"
- "Sull'unità dell'educazione"
- "Del principio supremo della metodica"
- "Nuovo saggio sull'origine delle idee"
- "Logica"
- "Filosofia del diritto"
Due laboratori dell'educazione italiana: Torino e Firenze
Giovanni Don Bosco aprì nel 1846 un oratorio per i giovani, luogo di educazione e di istruzione, di ricreazione e di formazione religiosa, di studio e di avviamento al lavoro.
- Prendersi cura dei giovani;
- Sistema preventivo: Don Bosco era dell'idea che se la società si fosse presa cura dei giovani, fornendogli una buona educazione, non sarebbe stata necessaria una correzione della società;
- La valorizzazione del tempo libero: rendere il tempo libero educativo, attraverso varie iniziative.
Ciao!
RispondiEliminaMi scuso per questo modo di contattarvi, poiché a causa della mia azione ho dovuto pagare il servizio internet per far arrivare il mio messaggio alla persona giusta.
Sono Ana Maria Julio, un ufficiale spagnolo attualmente in terapia intensiva.
Ho un tumore al cervello e alcuni dei miei esami medici rivelano che i miei giorni sulla terra sono contati.
Purtroppo, a parte il mio bichon Mila, che è stato la mia gioia di vivere, non ho famiglia né figli che possano beneficiare della mia eredità.
Il mio padre di chiesa e guida spirituale mi ha raccomandato di fare una donazione per guadagnare il favore del Signore e ottenere il perdono dei miei peccati, a causa del commercio illegale di droga e di armi in cui sono stato coinvolto durante la mia carriera.
Perciò, offro senza remore 317.000 euro per adottare Mila in una famiglia e fornire aiuto a chi ha bisogno intorno a lei.
Per favore, mandami un'e-mail per un consiglio.
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