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Il ruolo dell'istruzione dopo la Rivoluzione Francese e nel periodo Napoleonico

L'istruzione dopo la Rivoluzione Francese

La Rivoluzione francese nel 1789 segnò la fine dell'Antico Regime, che consiste nel modo tradizionale di intendere la società e la politica. In questo periodo cambiò il ruolo dell'istruzione, anche grazie agli idèologues, ovvero la generazione successiva ai philosophes. Vennero introdotte tra i diritti dell'uomo determinate prerogative dell'infanzia ritenute solo da quel momento inalienabili. Così nasce in Francia l'idea di educazione popolare che si trovava già in Prussia e in Austria. In questo periodo nasce anche una nuova concezione di cittadino, di Stato e soprattutto di uomo, il quale possiede determinati diritti, primo dei quali quello all'istruzione e all'educazione. Venne quindi proclamata l'istruzione obbligatoria per tutti, anche per le donne, venne inoltre prescritta la fondazione di scuole elementari in tutti i comuni e la creazione di scuole tecniche e scuole di alta specializzazione nelle scienze esatte oltre che in quelle umanistiche. Non fu sempre possibile l'applicazione di tale proposte, ma ciò fu sicuramente uno spunto per tutti coloro che durante il XIX secolo avevano intenzione di riformare la scuola in tutta Europa e non solo in Francia. 

Anche la figura del bambino cambia durante questo periodo rivoluzionario. Il bambino diventa simbolo di purezza, di innocenza e di forza della Rivoluzione; essi rappresentavano la speranza per il futuro della Repubblica. Questa idea stava alla base dell'ideologia rivoluzionaria. Attraverso i fanciulli la Francia voleva rappresentare sé stessa particolarmente forte, sana e virtuosa ed educata al lavoro. I bambini venivano abituati sin da piccoli ai lavori faticosi e manuali affinchè diventassero ottimi soldati e ai giovani venivano imposti esercizi fisici, ginnici e militari. 

In questo periodo cambia anche il modo di intendere l'assistenza all'infanzia abbandonata e agli orfani. Il presidente del Comitato di mendicità si occupò dei bambini abbandonati alla nascita nei brefotrofi (istituto che accoglie e alleva neonati illegittimi). Secondo il duca i bambini andavano inseriti in nuove famiglie per dare loro amore, poichè credeva che non conoscendo l'amore materno non avrebbero neanche conosciuto il senso del dovere e quindi sarebbero diventati cittadini inutili. Quindi solo l'educazione familiare poteva garantire una giusta formazione morale. Bisognava prevenire l'abbandono aiutando le famiglie più povere con denaro e si doveva facilitare la restituzione dei figli alla madre naturale. Il 18 agosto 1792 venne emanata una legge sull'adozione, la quale venne considerata relativamente, poichè furono poche le famiglie disposte ad adottare un bambino abbandonato. 

Allo Stato venne attribuito comunque il compito di provvedere agli orfani, mettendoli sullo stesso piano dei bambini poveri con famiglia e nazionalizzando l'assistenza pubblica. Il decrerto del 1793 definì i bambini abbandonati "figli naturali della patria" poichè venivano "adottati" dallo Stato, il quale doveva occuparsi di loro. Ciò garantiva tra i bambini uguaglianza. Il bambino quindi simboleggiava una nuova Francia democratica e egualitaria. Sin da piccoli i francesi dovevano imparare ad essere cittadini-soldati (progetto totalitario e utopico). Lo scopo di tale progetto era quello di introdurre la massa ai valori repubblicani. In questo periodo si pensava che i figli, prima di appartenere ai genitori apparteneva alla Repubblica. L'itruzione doveva essere nazionale, uniforme e obbligatoria: tutti i bambini (5-12 anni) e tutte le bambine (5-11 anni) dovevano essere educati in comune da istituti, per poi essere avviati al lavoro, tranne alcuni che potevano continuare con gli studi.

L'istruzione durante l'Impero Napoleonico

Durante l'Impero Napoleonico non si pensava più alla formazione del cittadino secondo i principi repubblicani, ma a un nuovo sistema scolastico laico e statale. Napoleone riprese i principi dell'Illuminismo con l'obiettivo di imporli a tutto il territorio. Nel 1802 emanò una legge relativa all'istruzione secondaria e superiore. Per quanto riguarda l'istruzione elementare Napoleone riteneva adeguata l'educazione offerta dai Fratelli delle Scuole Cristiane e dalle suore orsoline. I cambiamenti più significativi riguardanti l'istruzione sono rivolti principalmente all'istruzione secondaria. Vennero istituiti i licei, che costituiscono i focolari della classe dirigente dell'impero. L'istruzione liceale prevedeva l'insegnamento delle scienze esatte, storia contemporanea, geografia, ma si basava principalmente sullo studio delle lingue classiche e sulle materie umanistiche. Il liceo si ispirava da una parte all'ex collegio gesuitico di Parigi, trasformato in modello di scuola repubblicana e dall'altra parte alle scuole militari. Venne inoltre eseguito un rigoroso controllo sulla vita dei liceali: dovevano risiedere stabilmente all'interno dell'istituto e dovevano seguire programmi rigidamente predisposti dalle autorità scolastiche. Il liceo rappresentava un livello intermedio di tra le scuole centrali (trasformate in scuole secondarie inferiori) e l'università. 

Nel 1808 venne emanata una legge che fondò l'università imperiale, composte da diverse Accademie. Esse erano governate da un rettore e dovevano vigilare sui gradi di istruzione inferiori. 

Negli anni successivi Napoleone cercò di rendere ancora più centralizzato e gerarchico il sistema scolastico imperiale, per rendere il suo controllo ancora più semplice. Il progetto fallì a causa della caduta dell'impero nel 1814, ma il suo obiettivo era chiaro: voleva controllare i responsabili e i contenuti dell'insegnamento e voleva garantire la sopravvivenza delle scuole pubbliche, racchiudendo quelle private e limitandone l'espansione. 

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