Egli scrisse un saggio educativo intitolato "Levante" nel 1807, il nome prende spunto dalla Dea, che nell'antica Roma tutelava il riconoscimento del figlio appena nato da parte del padre.
Richter si contraddistinse per la sensibilità e l'empatia nei confronti dei bambini, ma anche per la delicatezza e la profondità con cui descrisse il comportamento e la psicologia dei bambini.
Secondo Richter il bambino rappresentava la speranza per un mondo e un futuro migliore ma aveva anche la capacità di guardare alla realtà in modo ingenuo e ottimistico. Egli definisce i bambini come "educatori degli educatori" grazie alla loro purezza e spontaneità.
Il modello di Richter in ambito pedagogico fu Jean-Jacques Rousseau, con il quale condivideva il rifiuto per la pedagogia fatta di regole e norme precostituite. Secondo Richter però non era sufficiente la sola educazione negativa, come credeva invece lo scrittore ginevrino ma credeva che l'apprendimento del bambino dipendesse anche da condizioni favorevoli, che dipendevano dagli adulti.
"Levana" è un saggio ricco di poesia, empatia e di norme concrete, che mira a un'aggiornata conoscenza dei meccanismi affettivi e cognitivi dell'infanzia.
Commenti
Posta un commento