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Dalla modernità borghese alla modernità scientifica

 La pedagogia nell'età del progresso

Nel corso del XIX secolo la pedagogia europea venne influenzata dalla cultura positivista, secondo la quale la scienza e il metodo scientifico erano alla base di tutto. In questo periodo l'educazione, ispirandosi alla modernità borghese, si ispirava alla modernità scientifica, di conseguenza scienza e borghesia sono collegati.

Come principale esponente del Positivismo, quindi della modernità scientifica vi è Auguste Comte, che scrisse "Corso di filosofia positiva" (1830-1842). Egli ricostruì la storia dell'uomo alla luce della nozione di progresso, spiegando come egli ha raggiunto lo stadio della comprensione scientifica. Egli sosteneva che la scienza e il metodo sperimentale costituiscono le principali vie per accedere alla conoscenza.  

Il secondo esponente di questa corrente è Charles Darwin, il quale tratto l'evoluzione dell'uomo.  

Anche la pedagogia viene vista sotto un aspetto scientifico, infatti i positivisti pensavano che l'educazione fosse un fatto naturale e che bisognasse utilizzare metodi scientifici anche in questo ambito. In questo periodo non si parla più di pedagogia, ma di scienze dell'educazione, alla quale aspetta il compito di garantire l'ordinato sviluppo della società. Di fatti la pedagogia avrebbe dovuto favorire l'istruzione dei ceti incolti, ma anche trasmettere i valori reputati socialmente utili, come la laboriosità, la disciplina, il patriottismo e l'igiene. 

Herbert Spencer: l'educazione come fatto naturale 

Herbert Spencer elaborò una vera e propria teoria filosofica di impianto evoluzionista.  Il filosofo inglese è nato nel 1820 e lavorò inizialmente come ingegnere ferroviario, poi come giornalista specializzato in economia e nel frattempo continuò gli studi scientifici e filosofici. 


Nell'opera "L'ipotesi dello sviluppo" pubblicato nel 1852 egli presentò la tesi dell'evoluzione come legge universale, riferita al mondo della natura, ma anche alla società umana, come il linguaggio, l'arte, l'educazione (evoluzionismo cosmico). 

Nel 1861 Spencer presentò la sua pedagogia evoluzionistica nel saggio "Educazione intellettuale, morale e fisica". Il filosofo morì nel 1903. 

Secondo Spencer la legge dell'evoluzione poggia su tre caratteristiche specifiche:

  • Il passaggio da una forma meno coerente a una più coerente;
  • Il passaggio dall'omogeneo all'eterogeneo; 
  • Il passaggio dall'indefinito al definito. 
Questi tre passaggi si muovono all'interno di altri tre principi:
  • L'indistruttibilità della materia;
  • La continuità del movimento;
  • La persistenza della forza. 

Infatti egli sostiene che l'intelligenza umana corrisponde a un dato ereditario consolidato durante l'evoluzione mediante un progressivo accumulo di esperienze. 

Secondo Spencer l'educazione dell'uomo doveva svolgersi tenendo conto prima di tutto della sua condizione di essere naturale. 

Il fine dell'educazione è strettamente legato alla concezione dell'uomo naturale, che si esprime in alcune attività, le quali vogliono conservare la specie umana. 

Egli assegna la priorità dell'educazione alla formazione fisica, seguiva l'educazione intellettuale, intesa come padronanza del metodo scientifico. Le materie umanistiche, invece, venivano viste con diffidenza. Infine viene l'educazione morale. 

Emile Durkheim: l'educazione come socializzazione 

Il sociologo, antropologo e filosofo Durkheim nasce in Francia nel 1858 e viene considerato uno dei fondatori della moderna scienza sociale insieme a Marx e Weber. Nei suoi scritti si occupò di diverse tematiche, come la divisione del lavoro e il declino della solidarietà nella società industriale, lo studio dei fenomeni sociali totali, ovvero relativi a tutta la società, poi il rapporto tra religione e società e molto altro. Durkheim muore a Parigi nel 1917. 

Durkheim concentrò i suoi studi sui modi di agire e di pensare collettivi e i loro rapporti con la genesi e il funzionamento delle istituzioni, applicando le leggi dell'evoluzione all'analisi sociale. Anche per lo studioso l'educazione rappresenta il frutto dell'ambiente, nel quale l'individuo vive. Egli pensava inoltre che l'educazione variasse a seconda delle condizioni storiche e delle classi sociali ma si basa su norme, sentimenti e modelli di comportamento condivisi all'epoca. Secondo Durkheim l'educazione è un fatto sociale e non naturale come pensava Spencer. 

Secondo Durkheim nell'individuo esistono due esseri:

  • L'essere individuale: con aspettative, sogni e desideri;
  • L'essere sociale: sistema di idee, sentimenti e abitudini; esprimono il gruppo di cui si fa parte (credenze religiose...). 
L'educazione è quell'azione personale e sociale al tempo stesso. Lo studioso riserva molta importanza al principio dell'ordine sociale, poiché afferma che senza ordine niente sopravvive. Quindi la disciplina costituisce il primo elemento della morale, quindi dell'educazione. 

La scuola corrisponde alla struttura sociale più importante, insieme alla famiglia, per l'educazione dell'ethos collettivo. 

Secondo Durkheim i principali compiti dell'educazione sono:

  • La riproduzione: la scuola riproduce la disciplina e la sua stessa immagine sociale e il sistema di idee esterno;
  • L'integrazione: la scuola assicura l'integrazione delle giovani generazioni nella struttura sociale. 
Le regole sociali però puntano a modellare la personalità del singolo individuo per la sua integrazione sociale e i valori di riferimento per l'opera di integrazione corrispondono a quelli espressi dai ceti prevalenti.

L'emergere dei metodi dell'indagine sperimentale

 In questo periodo la pedagogia cominciò ad essere concepita come un sapere sperimentale, di conseguenza l'interesse per la soluzione di un metodo efficace rappresentò una molla per tentare di studiare in modo sperimentale i processi mentali di accostamento alla realtà. 
Il laboratorio di psicologia sperimentale diretto da Wilhelm Wundt fu molto importante per la creazione della psicologia scientifica. Inizialmente si trattava di questioni generali, ma poco dopo si capì che l'indagine sugli stati psichici potesse avere ripercussioni sul piano scolastico. La pedagogia quindi iniziò a far proprie le conoscenze psicologiche per migliorare i propri metodi e nella formazione dei maestri cominciò ad apparire necessario lo studio della psicologia. 

I primi sviluppi della pedagogia speciale

Verso la metà del XIX secolo si manifestò un interesse verso i soggetti affetti da deficit psichici. Un primo tentativo fu fatto da Jean-Marie-Gaspard Itard, il quale si prese cura di Victor, il ragazzo selvaggio dell'Aveyron. Dopo di lui si moltiplicarono gli sforzi per perfezionare le strategie di intervento, integrando i risultati delle ricerche mediche con appropriate pratiche pedagogiche. 
I sordomuti e i ciechi vengono considerati i primi soggetti affetti di una qualche disabilità a poter essere educati. 
L'abate Charles-Michel de l'Epée fondò nel 1771 l'istituto per sordomuti a Parigi e Samuel Heinicke istituì una scuola gratuita pubblica a Lipsia nel 1778. Le due iniziative furono fondamentali per avviare la creazione di apposite scuole per sordomuti. 
Anche per i ciechi le prime iniziative educative risalgono all'età dell'Illuminismo. Diversi studiosi, come Johann Wilhelm Klein e soprattutto Louis Braille, misero a punto metodi che sostituivano la vista con il tatto. 
Il metodo Braille divenne una pratica molto diffusa nelle scuole e si basa sulla combinazione di punti in rilievo percepibili al tatto, che corrispondono alle lettere dell'alfabeto.
I primi istituti aperti in Italia furono a Napoli, Padova e Milano. L'educazione dei ciechi rimase per molto tempo affidata a benefattori e filantropi, solo nel 1923 fu regolamentata la frequenza nelle scuole statali.  
Successivamente lo sviluppo della pedagogia speciale venne rivolta ai portatori di handicap psichici. Molto importante fu la figura di Edouard Séguin, allievo e successore di Itard. Egli si dedicò per anni alla ricerca e allo studio delle modalità più efficaci per trasformare questi non soggetti in persone. 
Nel 1847 aprì una prima scuola speciale dove raccolse una trentina di bambini affetti da ritardo mentale e giudicati irrecuperabili. Lo studioso si recò anche negli Stati Uniti per promuovere l'apertura di alcune scuole per il trattamento delle disabilità mentali. 

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