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Simboli, riti e credenze

Che cos'è la "religione"?

La parola "religione" indica per noi: 

  • Da un lato un insieme di credenze fondate sui dogmi;
  • Dall'altro un insieme di riti, cerimonie e liturgie che hanno lo scopo di far avvicinare i fedeli a esseri soprannaturali, come ad unico Dio o a diverse divinità.
 Però non tutti i popoli seguono queste "regole" sopracitate, infatti non tutti possiedono dogmi della fede e non tutti venerano una determinata divinità. 

In linea generale si può definire la religione come un complesso di pratiche e credenze che riguardano i fini ultimi e di cui si fa garante una forza superiore all'essere umano, spesso attraverso i suoi rappresentati terreni. Tale definizione riguarda due dimensioni: 

  • Quella del significato: la quale sta proprio nei valori che esprimono i fini ultimi e le preoccupazioni esterne di una società. 
  • Quella del potere: che risiede nell'idea che vi sia qualcuno che ha l'autorità incondizionata di sanzionare tali valori. 
La religione esprime idee e concetti relativi ai valori, alle credenze, alle preoccupazioni ultime di un gruppo e ha il compito di affermare quei valori e proteggerli. 
La religione si divide in: 
  • Politeista: prevede la presenza di più divinità;
  • Monoteista: mette al centro un unico Dio. 
In entrambi i casi la religione svolge una funzione integrativa, poiché riconducendo gli individui ai valori comuni, afferma la base spirituale della loro unione. Inoltre riveste anche una funzione protettiva, in quanto protegge la verità dei valori ultimi. 
La duplice funzione della religione porta alla determinazione di alcune verità, che possono essere insegnate in maniera sistematica in alcune società. 

I simboli sacri

L'utilizzo di simboli sacri risulta fondamentale, poiché questi costituiscono la base di ogni religione. Ogni simbolo rimanda ad una qualche verità ultima per coloro che li riconoscono come sacri. Ad esempio un simbolo sacro per i cristiani è la croce, la Ka'ba per i musulmani e la Torah per gli ebrei. 
Emile Durkheim definì le cose sacre separate da quelle profane e vietate a chi non è consacrato. Secondo lui le cose sacre corrispondono a quelle cose che suscitano rispetto e timore negli esseri umani, fino ad essere percepite come pericolose. 
I simboli sacri agiscono su coloro che li riconoscono in due modi:
  • Da un lato li predispongono a compiere certe azioni;
  • Dall'altro suscitano in loro uno stato d'animo particolare. 
In tal modo i simboli creano nell'uomo un'idea di ordine, inteso come certezza, sulla quale si può fare affidamento. 
Per far si che un simbolo sia riconoscibile come sacro è importante imporre la sua sacralità alla sensibilità della mente dei soggetti, quindi bisogna addestrare gli esseri umani affinché riescano a riconoscere il carattere sacro di un simbolo. Tale addestramento avviene attraverso dei riti. 

I riti della religione 

Un rito può essere inteso come un complesso di azioni la cui sequenza è prestabilita da una formula fissa. Questi suscitano in chi vi prende parte emozioni collettive e personali che hanno un ruolo importante nel trasmettere la visione del mondo, i valori e le credenze di una religione. 
I riti profani sono riti che prendono in causa rappresentazioni religiose solo in parte. Un esempio sono le feste nazionali, la commemorazione dei caduti di un guerra.
In alcuni riti profani, nello specifico in quelli dedicati alla patria e alla nazione è molto importante il simbolo della bandiera, che viene innalzata, salutata, riverita e sventolata. La bandiera risulta essere il simbolo più importante dello Stato nazione. 
I riti sono sempre collegati a qualcosa di sacro, ad esempio i valori, autorità, identità, potere e altro. I riti ci dicono cosa fare quindi anche cosa non fare, infatti tutta la vita sociale è costellata da riti, sotto forma di norme. 

Riti di passaggio, riti di iniziazione

Il passaggio degli individui da una condizione sociale o spirituale a un'altra diversa è sempre sottolineata da un rito che circonda l'evento di una dimensione sacra. Tale sacralità è solitamente collegata ad una divinità o comunque ad una entità soprannaturale. Vengono considerati riti di passaggio ad esempio la circoncisione per gli ebrei e i musulmani e il battesimo per i cristiani. Questi rappresentano l'ingresso dell'individuo nella comunità dei credenti. Vi sono anche i riti di iniziazione i quali sono riti di passaggio, poiché sanciscono un cambiamento ed ufficializzano la transizione da una condizione sociale ad un altra. 
L'idea di iniziazione sottolinea l'idea di cambiamento nella condizione spirituale dell'individuo, invece l'idea di passaggio sottolinea quella di un cambiamento sul piano delle relazioni sociali.

Le "grandi religioni mondiali": le famiglie indiana e cinese

Un criterio di classificazione delle religioni è il cosiddetto raggruppamento per famiglie. Le principali famiglie sono tre:
  1. Indiana: appartengono induismo e buddhismo;
  2. Cinese: appartengono il confucianesimo e il taoismo; 
  3. Semitica: appartengono ebraismo, cristianesimo e islam.
Tutte le religioni (tranne il buddhismo) prevedono in ogni caso la presenza di una divinità, ma solo le religioni della famiglia semitica sono monoteiste. 
L'induismo è la religione più antica, infatti i testi "i Veda" risalgono al II millennio a.C. e sono stati scritti in sanscrito, una lingua ormai morta. Essendo una religione politeista è costituita dalla presenza di più divinità, le principali sono Brahma, Vishnu e Shiva spesso pensati riuniti in una triade, chiamata Trimurti. Brahma è il simbolo della creazione, Vishnu della conservazione e Shiva della distruzione intesa come rinascita. 
Le origini del buddhismo si ricollegano a Buddha, "l'Illuminato", chiamato così da Siddharta Gautama, che era un nobile nepalese vissuto tra il VI e il V secolo a.C. che abbandonò la famiglia per praticare una vita di ascetismo, meditazione e predicazione. Altre religioni appartenenti alla famiglia indiana sono il jainismo e il sikhismo
Il jainismo è affine all'induismo e al buddhismo e prende il nome da Jina "il vittorioso", considerato l'ultimo profeta. 
Il sikhismo nasce tra il XV e il XVI secolo da un incontro tra l'induismo e l'islam. Il suo fondatore ufficiale è Nanak, un indù della casta dei guerrieri. Questa religione è caratterizzata dalla fiducia in un solo Dio e anche nella reincarnazione. I suoi principi fondamentali sono la meditazione, il lavoro e la carità. 

A differenza delle altre religioni l'induismo e il buddhismo non sono nate da una rivelazione divina. Secondo i seguaci di tali religioni tutti gli esseri sono coinvolti nel ciclo infinito della vita (samsara), costituito dalla rinascita, dalla morte e nuovamente dalla nascita e dalla morte e così via. Tale ciclo è considerato come risultato di un desiderio umano che parte dall'individuo e che ritorna sempre all'individuo. Al samsara è possibile sottrarsi solo adottando un punto di vista superiore e distaccato rispetto alle cose del mondo, si tratta di accettare la vita. Uscire dal samsara è raggiungere il nirvana viene inteso come confine dello spiriti al di là del quale il ciclo si interrompe. 
La condizione vissuta da un individuo è determinata dal suo comportamento spirituale nella vita precedente. Le concezioni induiste e buddhiste riflettono la consapevolezza dell'unità del mondo e della vita, cioè della continuità che lega tutti gli esseri viventi tra loro. A queste concezioni sul piano religioso si collegano alcune pratiche riguardanti il piano sociale come le caste e il vegetarianesimo
La divisione della società in caste appartiene soltanto all'induismo e non al buddhismo. Questa divisone vuole rappresentare le distinzioni tra umani che sorgono dalla vita in società secondo un'idea di destino (karman) a cui gli umani contribuiscono con il loro comportamento. Al vertice delle caste ci sono i bramini, che sono quelli più vicini al raggiungimento del nirvana. Invece gli intoccabili, i paria, i dalit sono gli umani riposti al vertice più basso, che solo tramite il loro comportamento hanno l'opportunità di salire verso il vertice della "piramide". 
Un'altra caratteristica di queste religioni è la presenza di una guida spirituale, chiamata guru, che è colui che guida i propri discepoli sulla strada che conduce alla divinità. 

Alla famiglia religiosa cinese appartengono il confucianesimo e il taoismo, i quali vennero considerati più che altro delle filosofie, perché queste religioni consistono nell'approfondire riflessioni sul rapporto dell'essere umano con la dimensione spirituale, 
Una caratteristica importante per le religioni cinesi è il culto degli antenati, poiché questi continuano a vegliare sulla terra, quindi è necessario praticare determinati riti. 
Il confucianesimo si sviluppa a partire dall'insegnamento di Confucio, che si preoccupò di fondare una filosofia dell'armonia, per trovare un equilibrio tra individuo e potere e tra potere e ordine del Cielo. Il Cielo comprende tutte le nature di tutti gli esseri, quindi gli uomini devono seguire la loro natura, che è fondamentalmente buona, visto che proviene dal Cielo. Il compito dell'uomo è di coltivare questa natura buona, ciò può essere svolto solo con l'impegno, la solidarietà, l'onesta e la ricerca del bene. 
Confucio non voleva fondare una vera e propria religione, voleva solo donare un fondamento etico e morale al potere. 
Nel IV secolo a.C. gli insegnamenti di Confucio furono ripresi da Mencio, nello stesso periodo in cui si affermò la dottrina dello Yin e lo Yang. Questi due rappresentano le due forze complementari della natura: uno rappresenta il principio maschile e l'altro femminile. Bisogna far si che questi siano in equilibrio ma si possono verificare degli sbilanciamenti. 

Il taoismo ha radici nei testi redatti da Lao Tzu e da Chuand Chou nel IV e nel III a.C. Il suo nome deriva da Tao "via" che corrisponde ad una forza, da cui scaturiscono natura, terra, cielo e cosmo. Gli uomini devono assecondare quella forza. Si verifica una sorta di rassegnazione intesa come distacco. Secondo il taoismo il governo non deve interferire in ciò che i sudditi fanno, limitandosi a far sì che il male non venga commesso. 

Le "grandi religioni mondiali": la famiglia semitica 


Le religioni semitiche sono: 
  • Ebraismo;
  • Cristianesimo;
  • Islam.
Sono tre religioni monoteiste, al cui centro vi è l'idea di un Dio unico: Yahvé, Dio, e Allah
Le tre religioni hanno in comune la figura di Abramo, il quale riceve una prima rivelazione in cui è contenuta l'affermazione della unicità di Dio, creatore e signore del mondo. Queste religioni sono rivelate e istituite per comandamento divino. 

Il testo sacro dell'ebraismo corrisponde alla Bibbia ebraica (Tanakh), che comprende testi composti in varie epoche a partire dal V secolo a.C. A quest'epoca risale la redazione definitiva della Torah, ovvero la legge, detta anche Pentateuco, riferendosi ai cinque libri che la compongono. La Bibbia è un'opera eterogenea, scritta in varie epoche e da autori diversi e racchiude la memoria e la visione del mondo di un popolo che stabilisce un patto con Dio. 
Dalla Bibbia emerge anche l'immagine di una religione comunitaria, ovvero legata ad un solo popolo. Si pensa quindi che Dio abbia stabilito un accordo con solo il popolo ebraico. Pensando però a tutte le sventure storiche di questo popolo emerge l'idea dell'incapacità degli esseri umani di perseguire solo il bene nel rispetto della legge divina. Ciò porta alla visione dell'uomo come un essere imperfetto e questa concezione è all'origine del senso di colpa, che è stato sviluppato dalla cultura ebraica in senso personale e collettivo e costituisce uno dei suoi tratti caratteristici. 

Il cristianesimo è una derivazione diretta dell'ebraismo. La nascita di questa religione si associa a Gesù, che nacque a Betlemme tra il 4 a.C. e il 6 d.C. La sua famiglia era di Nazareth dove visse fino a trent'anni. La paternità effettiva di Giuseppe è messa in discussione dal dogma cristiano, che vede Gesù come figlio di Dio. Solo verso i trent'anni egli iniziò a predicare, ma in modo diverso dalla religione ufficiale. Egli si esprimeva attraverso parabole. Giovanni il Battista, colui che purificava i fedeli immergendoli nel fiume, riconobbe in Gesù il vero interprete della nuova parola di Dio. Gesù è visto dai cristiani come "Cristo", "Unto dal Signore", "Dio fattosi uomo" per riscattare l'umanità dai suoi peccati. Gesù rappresentava una novità assoluta nella concezione del rapporto tra Dio e l'uomo. Egli impersonava una concezione della divinità molto vicina all'uomo. 
La morte di Gesù è vista dai credenti come un martirio, un sacrificio per riscattare i peccati dell'umanità intera. 
Il cristianesimo ebbe i primi grandi sviluppi a contatto con il mondo greco e latino e raggiunse il culmine della sua influenza in Europa nei secoli III-XVI e in Medio Oriente nei secoli I-VIII. In questo periodo il cristianesimo ha affrontato anche divisioni profonde. Ad esempio vi è il cristianesimo ortodosso e il cristianesimo protestante. Con il termine ortodosso si intende l'insieme di Chiese d'Oriente che decisero di staccarsi da quella di Roma. Queste sono prevalenti in Russia, Grecia e Medio Oriente. 
Il cristianesimo protestante si sviluppa con Lutero ed è particolarmente diffuso in Scandinavia e in Germania. 

La nascita dell'islam, che significa "sottomissione", si colloca nel VII secolo ed è strettamente legata a una figura precisa. Il suo fondatore è Maometto, che nacque alla Mecca nel 570 e apparteneva alla tribù dei Quarish, i quali erano i controllori della Ka'ba. 
Maometto dovette lasciare la Mecca nel 622 e andò a Medina, poiché lo vedevano come una minaccia viste le sue idee rivoluzionarie. 
Nei periodi di solitudine e preghiera trascorsi nel deserto, Maometto ebbe le prime rivelazioni. Dio parlò a Maometto attraverso l'arcangelo Gabriele, rivelandogli la dottrine poi scritta nel Corano. Esso è costituito da 114 capitoli in prosa rimata. 

Il messaggio del Corano è semplice e diretto: esiste un solo Dio, che è il signore dell'universo. Secondo loro i cristiani sbagliano a pensare che Gesù sia figlio di Dio, perché niente può essere derivato da Dio ed essere simile a lui. Solo il Corano rappresenta la vera parola di Dio, ma comunque Dio si è professato attraverso alcuni profeti come Gesù e Mosè. 
Nella religione islamica è parecchio presente l'idea di predestinazione
La dottrina musulmana attribuisce particolare rilievo a quelli che vengono denominati i cinque pilastri dell'islam:
  • La professione di fede: non esiste alcuna divinità al di fuori di Dio e Maometto è il suo messaggero;
  • La preghiera: cinque volte in 24 ore;
  • La elemosina;
  • Il digiuno nel mese del Ramadan;
  • Il pellegrinaggio alla Mecca. 
La religione islamica vede al suo interno delle divisioni tra sciiti e sunniti. I sunniti costituiscono la maggioranza dei musulmani, gli sciiti sono concentrati prevalentemente in Iran, nell'Asia centrale, in Libano e sulle coste orientali della penisola Arabica. Per i sunniti non c'è identificazione tra guida politica e guida spirituale, mentre per gli sciiti le due guide coesistono nella stessa persona. Esistono anche delle sottofamiglie come ad esempio il sufismo, che persegue la conoscenza diretta di Allah. 



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